Rise-time and Reversibility of the Hyperchromic Effect in the Alkaline Denaturation of DNA in vitro
Atti della Accademia nazionale dei Lincei. Rendiconti della Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, Série 8, Tome 40 (1966) no. 3, pp. 346-354.

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Si mettono in rilievo le difficoltà che il classico modello della molecola di DNA proposto da Crick a Watson presenta in relazione alla conservazione del momento della quantità di moto e l'opportunità di sottoporre a diretto esame sperimentale alcune caratteristiche secondarie di tale modello. Si riferiscono quindi i risultati ottenuti in due diverse serie di esperimenti in cui il processo di denaturazione alcalina del DNA è seguito nel tempo attraverso l'osservazione dell'effetto ipercromico. Le esperienze dimostrano che, in quattro DNA di diversa origine l'effetto ipercromico ha già raggiunto il suo valore massimo un centesimo di secondo dopo che le condizioni di denaturazione siano state realizzate. L'effetto è tuttavia inizialmente reversibile e la irreversibilità s'instaura assai più lentamente, con un tempo di salita di ~ 18 secondi nel caso del DNA di T 2. Questo fatto è suscettibile di due diverse interpretazioni, tra le quali il solo studio dell'effetto ipercromico non permette di decidere. Sull'esperienze eseguite in proposito con altre tecniche verrà riferito in una Nota successiva.
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[1] J. D. Watson and F. H. C. Crick, «Cold Spring Harbor Symposia Quant. Biol.», 18, 123 (1953).

[2] C. Levinthal and H. R. Crane, «Proc. Nat. Acad. Sci.», 42, 436 (1956).

[3] D. M. Crothers, «J. Mol. Biol.», 9, 712 (1964).